Possedere una piscina nella propria abitazione è un desiderio condiviso da molti. Prima di scegliere la vasca perfetta, però, è importante conoscere quali sono gli aspetti burocratici da considerare e sapere a cosa si va incontro. In particolare, si parla dei permessi da richiedere per l’installazione delle piscine interrate.
Richiedere un permesso per poter avere una vasca interrata nella propria abitazione è spesso un passaggio necessario, ma, in realtà, esistono anche dei casi nei quali non è necessario. Le variabili da considerare sono diverse, come il tipo di vasca che si sceglie e la sua posizione. Una tematica per certi versi complessa, ma davvero importante.
Permessi per realizzare una piscina interrata
Una piscina interrata rappresenta un importante acquisto. Questa, infatti, in presenza di altre condizioni può essere classificata come un bene di lusso e potrebbe portare al pagamento di tasse extra. Proprio per questo motivo è molto importante considerare la normativa in materia e valutare bene la decisione. La legge vigente in materia, infatti, detta indicazioni con riferimento a quali sono i permessi da richiedere affinché si possano intraprendere i lavori per avere una piscina interrata.
In generale le regole vengono imposte a livello comunale, risulta quindi difficile individuare una linea univoca da seguire. Dunque, il primo passo da compiere è quello di informarsi presso gli uffici comunali predisposti così da poter chiarire qualsiasi dubbio e da approfondire l'argomento con degli esperti. I maggiori vincoli, solitamente, fanno riferimento all’ambito paesaggistico e ambientale. In ogni caso, a prescindere dalle direttive comunali, rimane fermo l’obbligo di richiedere il Permesso di Costruire. Tale aspetto viene stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica 380/2001. Di fatto, la costruzione di una piscina interrata obbliga il possessore a intraprendere degli scavi e, dunque, a trasformare in modo permanente il suolo pubblico. Per tale motivo, il tecnico abilitato per la progettazione deve preoccuparsi di presentare al Comune tale domanda. In assenza del Permesso di Costruzione qualsiasi lavoro verrebbe interrotto e le conseguenze investirebbero sia il proprietario che il costruttore.
Nel caso in cui la propria abitazione sia situata in una zona protetta, soggetta a vincoli paesaggistici o storico-architettonici, si deve provvedere ad avere anche l’Autorizzazione alla Soprintendenza. I lavori possono avere inizio solo dopo aver ricevuto quest’ultima. La situazione diventa più complessa nel caso in cui oltre ai due vincoli appena visti, ci sia anche quello idrogeologico. Si tratta di una stretta minoranza di casi, ma in tale situazione ci si deve rivolgere a un geologo abilitato per ottenere la sua autorizzazione ai lavori. Gli scavi e le opere devono sempre rispettare il Codice Ambientale.
Un ulteriore documento da presentare fa riferimento alla DIA: Denuncia di Inizio Attività. Una volta presentato il documento in questione, devono decorrere trenta giorni e solo al termine di tale attesa si ha il permesso effettivo di costruire. Ci sono, però, due limiti da rispettare:
- rispetto al volume totale dell’edificio, gli interventi devono avere un volume minore o uguale al 20%;
- non si deve trattare di lavori di nuova costruzione.
Da tali vincoli emerge che, se la piscina interrata che si desidera costruire ha una dimensione maggiore del 20% del suolo sul quale verrà posizionata, allora è indispensabile il Permesso di Costruire.
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Servono permessi per le piscine seminterrate?
Le piscine seminterrate rappresentano un buon compromesso tra quelle interrate e quelle fuori terra. Si tratta di una vasca inserita parzialmente al di sotto del livello del suolo e sporgente per la restante parte. Con riferimento ai permessi necessari non ci sono indicazioni precise e univoche sulle vasche seminterrate, proprio a causa della loro ambiguità.
Ci sono Comuni e contesti nei quali le vasche seminterrate seguono rigidamente la normativa delle interrate e altri, invece, in cui lo scenario è opposto. Di fatto, quando queste tipologie di piscine vengono assimilate a quelle interrate richiedono i medesimi permessi e autorizzazioni per iniziare i lavori.
Talvolta, però, alcune amministrazioni municipali considerano le vasche seminterrate allo stesso modo di quelle fuori terra. Questo significa che quando tali piscine non sostituiscono un cosiddetto precario e quindi possono essere rimosse dal terreno senza lasciare impronte e non richiedono ingenti modifiche al suolo, allora si è esonerati dalle autorizzazioni. In ogni caso è sempre bene confrontare la normativa comunale e affidarsi a professionisti competenti.
Piscina interrata senza permessi
Non tutte le piscine richiedono specifiche autorizzazioni e permessi. Tutte le piscine fuori terra, ad esempio, non avendo bisogno di grandi lavori di installazione e di effettuare scavi non rappresentano una modifica del suolo e, dunque, non richiedono permessi. In tali casi si parla di Certificato di Mobilità, cioè di un attestato utile per il montaggio della vasca fuori terra in un qualsiasi luogo.
Per quanto riguarda le piscine interrate, invece, in linea generali i permessi sono sempre necessari. Nonostante la normativa cambi spostandosi lungo il Paese, si parla quasi sempre del Permesso di Costruzione, della DIA e dell’Autorizzazione edilizia. Costruire ignorando tali permessi potrebbe portare a procedimenti penali e amministrativi di elevata gravità. Unica Pool, in questo senso, offre ai suoi clienti la possibilità di seguire un iter burocratico sintetico e a aiuta i suoi consumatori a comprendere meglio tutti gli aspetti logistici. Grazie alla struttura autoportante, le vasche Unica Pool sono completamente autonome e possono essere interrate costruendo solamente una platea di appoggio. Ne consegue una facile e veloce installazione e una procedura burocratica ridotta al minimo, per una piscina quasi senza permessi.
SCIA per piscina interrata
Uno dei permessi necessari per costruire una vasca interrata è la SCIA, cioè la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Si tratta di un’autorizzazione regolata dalla legge del 7 agosto 1990 e che può essere presentata quando la vasca è inferiore al 20% dell’immobile principale. Spesso si pone in sostituzione della Denuncia di Inizio Lavori. La SCIA deve essere richiesta presso lo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di appartenenza, utilizzando i moduli di presentazione appositamente predisposti.
Quando si presenta il documento, questo deve essere corredato di progetti ed osservazioni di professionisti iscritti all’albo, insieme all’elenco dei requisiti tecnici e normativi e dei particolari costruttivi. Dopo che la Segnalazione è stata presentata, i lavori di installazione possono essere iniziati subito, senza aspettare il lasso di trenta giorni che invece è richiesto nel caso della DIA. In ogni caso, è sempre bene tenere presente che entro sessanta giorni dalla presentazione della SCIA il Comune può intervenire per comunicare eventuali modifiche o, nei casi più estremi, per richiedere la cessazione immediata delle opere. Tale intervento avviene solamente quando lo Sportello rileva alcune difformità rispetto alla normativa.
Piscina interrata su terreno agricolo
La costruzione di una piscina interrata su un suolo definito agricolo ha bisogno di una particolare attenzione. Le norme, infatti, sono leggermente diverse quando si parla di tale tipologia di terreno. La legislazione stabilisce che la costruzione di una piscina interrata su un suolo agricolo sia concessa solamente se la vasca è classificabile come pertinenza.
Tale opera, però, può avvenire solamente in seguito alla presentazione del Permesso di Costruire o della Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Si tratta di due permessi già analizzati in precedenza con riferimento alla normale normativa. Dunque, in tale contesto il presupposto essenziale per capire come muoversi è il requisito di pertinenza. In base allo stesso, infatti, lo scenario può cambiare. In generale, per non commettere spiacevoli errori, è opportuno consultare il costruttore della vasca, oppure un professionista.